Fare la raccolta differenziata è una necessità
per avere un territorio meno inquinato.
Le cronache di queste ultime settimane ci hanno informato che le entrate dalla vendita delle materie recuperabili dai rifiuti viene lasciata al gestore privato e che l’ottimo materiale raccolto con la differenziata “porta a porta” viene miscelato a quello pessimo dei cassonetti stradali per alzare la qualità media delle partite di rifiuti portati alle industrie del recupero. Queste non sono state belle notizie, soprattutto per chi da alcuni anni si prodiga a rispettare le regole del buon conferimento porta a porta. Se poi mischiarle poteva essere conveniente quando la raccolta di qualità era molto modesta, ora, che è stata estesa a più quartieri, non lo è più.
Dove la raccolta “porta a porta” è stata estesa a tutta la città, le tariffe per cittadini, artigiani e commercianti sono diminuite , meno della metà di quanto si paga a Grosseto, sia perché si riducono notevolmente l’indifferenziato e i costi dello smaltimento (nel nostro caso,per lavorarli alle Strillaie e per bruciarli a Scarlino), che per le maggiori entrate dalla vendita dei materiali.
A fine del primo anno di esperienza, a Barbanella,
la Raccolta Differenziata è stata il 76%.
Perché non si è rapidamente esteso questo esperimento virtuoso a tutta la città e perché si devono mantenere ai soggetti privati, che gestiscono l’indifferenziato, le rendite garantite per 28 anni a danno della collettività?
Riconvertire gli impianti si può (lo afferma il direttore dell’ATO/Rifiuti) e si deve (lo diciamo noi), perché quando si stipulano contratti con i privati in evidente contrasto con gli obiettivi di legge (Racc. Diff. al 65%) e a danno dei cittadini, quei contratti devono essere annullati.