Le tasse sui rifiuti in provincia sono tra le più alte in Italia(1), ma subiranno altri forti aumenti. Era inevitabile? In altre province succederà lo stesso? Oppure in Toscana e in questa provincia si stanno compiendo errori? Discutiamone nei Consigli Comunali.
Gli amministratori, di ogni livello, hanno scaricato le responsabilità su altri, ma i cronisti attenti sanno che avevamo previsto questi aumenti, dovuti non solo all’aggiunta, nella nuova tariffa, dei costi per l’illuminazione delle strade. I dati ufficiali confermano che gli errori vengono da lontano.
Il primo errore è relativo alle quantità di rifiuti previsti e conseguente dimensione degli impianti. Mentre dal 2006 le produzioni stanno calando(2), nell’ultimo Piano approvato dalla gestione Marras nel 2008 se ne è voluta programmare una crescita impossibile col risultato che nel 2012 mancano ben 37.550 t di rifiuti(3), rispetto ai previsti. Sommati a quelli in eccesso previsti ad Arezzo e Siena, si hanno circa 100.000 ton di rifiuti inesistenti, pari cioè al quantitativo necessario ad un inceneritore di media taglia. A chi servono impianti sovradimensionati? Per la collettività producono inefficienza e aumentano i costi. Sulla base di una crescita annua impossibile del 5%, programmata dalla gestione Scheggi/Bramerini(4)nel Piano del 2002, si è stipulata una Convenzione con la società Unieco (ora Futura), per produrre nei prossimi 28 anni una quantità costante di combustibile dai rifiuti indifferenziati. Per il calo della produzione, tali quantità non possono più essere conferite e, pertanto, i comuni della provincia non possono aumentare la raccolta differenziata onde evitare penali contrattuali. Ecco il motivo per cui siamo fermi al 29% di raccolta differenziata con costi aggiuntivi a carico dei cittadini, perché lontani dagli obiettivi di legge del 65%. Non serve invocare le buone pratiche se non si ha la volontà di rinegoziare tale Convenzione.
Il secondo errore è quindi legato alla scelta dell’incenerimento, scelta rigida e molto più costosa dell’alternativa data dalla raccolta differenziata con recupero di materia. Questa alternativa produce molta più occupazione e trasforma un costo di smaltimento (oggi per il 71% della nostra produzione) in un’entrata per i Comuni, che sono al 70% di differenziata(5), venduta incassando risorse che riducono i costi del servizio, come succede in molte province del Veneto, Piemonte, Friuli…
Il terzo errore è stato quello di non aver regolamentato(6) i rifiuti da attività artigianali e commerciali, che potevano essere assimilati agli urbani, provenienti dalle abitazioni, deresponsabilizzando le imprese che scaricano di tutto nei cassonetti stradali. I loro rappresentanti oggi gridano allo scandalo, perché le nuove norme svelano il trucco. Il risultato è che a Grosseto si produce oggi anche il doppio dei rifiuti urbani che si producono nelle province più ricche d’Italia: a Grosseto 694 kg apersona(7). Come è possibile che a Treviso, Vicenza, Asti(8)dove c’è maggiore ricchezza e quindi maggiori consumi, si registrano invece produzioni anche metà delle nostre? Oppure in Piemonte, Lombardia e Veneto rispetto alla Toscana(9)? Là le imprese, grazie ai sindacati di categoria, hanno differenziato, risparmiando mentre a Grosseto tutti hanno finto di non sapere, ottenendo anche che i Comuni coprissero parte del costo del servizio, oggi non più possibile.
Ovvio che a maggiori produzioni, specie se indifferenziato, corrispondono alte tariffe. Ecco i dati regionali(10) calcolati sui comuni già passati a tariffa per il 2011: in Toscana si ha un costo medio annuo di 199 euro/abitante, mentre in Friuli è 108, Lombardia 120, Trentino 126, Veneto 128.
Ma dal prossimo anno le differenze saranno molto più marcate e alla fine i nodi vengono al pettine. Così i cittadini che già hanno pagato un costo del servizio rifiuti tra i più alti in Italia, dovranno subire gravosi aumenti, mentre gli errori passati si stanno perpetuando anche nel Piano Regionale dei Rifiuti da poco presentato. Chiediamo pertanto ai consiglieri democratici che si attivino per ottenere Consigli comunali aperti e consentire una discussione approfondita su questi temi
Roberto Barocci
(1) I dati che riportiamo sono tutti tratti da fonti Ufficiali. Quelli relativi ai confronti con altre province e regioni sono prodotti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel “Rapporto rifiuti 2013” e verificabili alle pagine di seguito riportate, scaricabili da:
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2013/Rapporto_rifiuti_urbani_edizione_2013.pdf
(2) pag. 59 del Rapporto rifiuti 2013 dell’ISPRA:
–Variazione % annua sull’anno precedente della produzione dei rifiuti in Toscana: -0,3% nel 2008,-2,8% nel 2009, +1,6% nel 2010, -5,6% nel 2011,-5,1% nel 2012
–Variazione % annua sull’anno precedente della produzione dei rifiuti in Italia:
–Nella provincia di Grosseto negli ultimi 7 anni abbiamo avuto dal 2005 al 2012 un calo complessivo della produzione totale di rifiuti del -12,3%. Dati certificati da ARRR e verificabili in:http://www.arrr.it/ar3/serv/documenti.jhtml?id_sezione=24 Queste le produzioni annue certificate da ARRR in provincia di Grosseto con la seguente variazione % sull’anno precedente:
- anno 2006 produzione totale certificata 169.707 t con – 3.3% sul 2005
- anno 2007 “ “ “ 165.355 t con – 2,5% sul 2006
- anno 2008 “ “ “ 167.182 t con + 1,1% sul 2007
- anno 2009 “ “ “ 162.887 t con – 2,5% sul 2008
- anno 2010 “ “ “ 157.705 t con – 3,1% sul 2009
- anno 2011 “ “ “ 153.171 t con – 2,8% sul 2010
- anno 2012 “ “ “ 148.829 t con – 2,8% sul 2011
(3) Il Piano straordinario dei Rifiuti dell’ATO Sud della Toscana del 2008, cap. 4.1 “Stima della domanda futura per la gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati” a pag.108-109, presenta le previsioni fino al 2013 con un tasso ancora di crescita non giustificato. Per il 2012 si prevedono: 186.335 t ,mentre ARRR ha certificato 148.829 t. Questa la tabella inserita nel Piano:
(4) Nel Piano Provinciale approvato dalla Giunta Scheggi/Bramerini nel 2002 e contenente le previsioni, circa le produzioni di rifiuti e il fabbisogno impiantistico, dal 2002 al 2006. A pag. 59 del Piano si hanno le previsioni, espresse in tonnellate per ciascun anno:
(5) pag.70 del Rapporto rifiuti 2013 dell’ISPRA:
“Analogamente ai precedenti anni, anche nel 2011 e nel 2012 i tassi più elevati di raccolta differenziata si rilevano per la provincia di Treviso, con una percentuale superiore al 76%, seguita da Pordenone, con il 72,5% nel 2011 e il 73,4% nel 2012. La provincia di Belluno raggiunge, rispettivamente nei due anni, il 67,5% e il 69%, con una crescita complessiva della percentuale di raccolta, rispetto al 2010 (57,3%), di 11,7 punti. Al Sud, i maggiori tassi di raccolta si osservano per le province sarde di Oristano (61% e 65,2%) e Medio Campidano (60,5% e 63,5%) e per la provincia campana di Benevento (54,3% nel 2011 e 61,7% nel 2012).”pag.60 del Rapporto rifiuti
Pag.64 del Rapporto rifiuti 2013 dell’ ISPRA:
“Le regioni Veneto e Trentino Alto Adige fanno rilevare percentuali di raccolta differenziata pari, rispettivamente, al 62,6% e 62,3%, in aumento rispetto al 2011. Al di sopra del 55% si colloca la raccolta del Friuli Venezia Giulia (57,5%), mentre superiore al 50% risulta la percentuale di Piemonte (53,3%), Lombardia (51,5%) ed Emilia Romagna (50,7%). Tra le regioni del Centro, le Marche fanno rilevare un incremento di 6,9 punti tra il 2011 e il 2012, raggiungendo il 50,8%. Umbria e Toscana si collocano, rispettivamente, al 42% e al 40%. Nel Mezzogiorno, la Sardegna si avvicina al 50% (49,7%), la Campania supera il 40% (41,5%)”.
(6) si allega la risposta fornita dal Comune di Grosseto
(7) pag.106 del Rapporto rifiuti 2013 dell’ISPRA.
(8) pag.62 del Rapporto rifiuti 2013 dell’ISPRA:
“Una produzione inferiore a 400 kg per abitante per anno si osserva anche per tre province del nord Italia, Treviso, Vicenza e Asti. La prima, in particolare, già da alcuni anni si caratterizza per un pro capite di produzione al di sotto di tale soglia (370kg/abitante per anno nel 2011, 360 kg per abitante per anno nel 2012)”.
(9) pag.60 del Rapporto rifiuti 2013 dell’ISPRA:
“Produzione annua pro capite in Toscana 614 kg/anno, in Lombardia 477 kg/anno, in Piemonte 465 kg/anno, in Veneto 456 kg/anno”.
(10)pag.424 del Rapporto rifiuti 2013 ISPRA:
“Tabella 5.7 – Medie regionali dei costi specifici annui pro capite (€/abitante*anno), anno 2011
Toscana 199,45, Friuli 108, Lombardia 120, Trentino 126, Veneto 128”.