Diossina a Scarlino

Il superamento delle concentrazioni di diossine registrato in questi giorni a Scarlino non ci sorprende. Infatti, avevamo segnalato la presenza fuori norma di questi inquinanti alla Amministrazione provinciale e agli organi di controllo. Questi però hanno fatto finta di non capire e hanno addebitato il superamento dei limiti di legge, già registrato da Arpat nel maggio 2011 per le diossine e furani scaricati in mare da Scarlino Energia, alle “precedenti attività” realizzate in zona. Non potendo questa volta risalire agli Etruschi, gli Enti locali avevano allora dato la colpa alle più recenti attività industriali del secolo scorso. Questa giustificazione si dimostra una scelta di comodo, sicuramente priva di documentazione valida, scientifica e tecnica, poiché non è stata mai autorizzata o risulta esercitata nell’area industriale di Scarlino una attività che potesse bruciare ad alte temperature le sostanze organiche contenenti Cloro, condizioni necessarie per la produzione di quella famiglia di diossine, indicatrice della combustione dei rifiuti urbani, trovata nel canale di ritorno al mare.

una nuova campagna promozionale?

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Ha scritto a proposito di quelle diossine, già registrate fuori norma a Scarlino, il prof. Paolo Rabitti, noto in tutta Italia per il suoi contributi preziosi alla Magistratura che ha potuto condannare i responsabili di danni alla salute da Porto Marghera a Brindisi, da Napoli a Mantova…, incaricato dalla Giunta del Comune di Follonica di presentare opposizioni alle autorizzazioni della Provincia:“…Quanto sopra ci permette affermare che il supero degli standard di qualità e dei limiti fissati per i terreni dal citato Dlgs 152/06 per la concentrazione di diossine e furani che si riscontra immediatamente a valle dello scarico dell’impianto di trattamento acque dell’inceneritore, e` dovuto alla nuova attività di incenerimento di combustibile derivato dai rifiuti urbani che quindi provoca sicuramente un danno all’ambiente.”
Il Consiglio di Stato su tale questione ha poi dato ragione al prof. Rabitti e ha respinto le asserzioni dell’ARPAT, della Provincia e di Scarlino Energia nel precedente Ricorso amministrativo da noi vinto.2012.01.11 locandina

Quelle argomentazioni del prof. Rabitti le abbiamo ripresentate nel nuovo Ricorso e nelle Osservazioni contrarie al rilascio della ennesima autorizzazione, che la Provincia di Grosseto ha voluto dare all’esercizio di quegli impianti rimasti sostanzialmente invariati. Nonostante le concordi Sentenze sia del TAR Toscano, sia del Consiglio di Stato, la Provincia di Grosseto ha riformulato nuove autorizzazioni in totale disprezzo delle Sentenze dei Tribunali italiani. Oggi la Provincia, anziché rallegrarsi per l’efficienza di Scarlino Energia, dovrebbe chiedere agli imprenditori agricoli e agli operatori turistici se le sue scelte, giudicate illegittime dai Tribunali, sono un contributo positivo alla promozione economica del Golfo di Follonica e dovrebbe chiedere scusa a tutti per la scarsa tutela della salute dei cittadini.

Roberto Barocci
Forum Ambientalista Grosseto

Il protagonista del miracolo “Capannori” costretto alle dimissioni

Pubblichiamo la lettera di Alessio Ciacci che spiega le ragioni della scelta di dimettersi da assessore all’ambiente del comune di Capannori, la sua uscita di scena consente alla coppia Rossi, Bramerini, artefici del più vergognoso risultato, in termini di differenziata, tra le regioni italiane, di appuntarsi al petto la medaglia della gestione virtuosa dei rifiuti realizzata a Capannori. Le fantastiche capacità mistificatorie della politica toscana non cessano di sorprenderci.     A.M.

Per sette anni la mia attività “politica” è stata nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, ho fatto esperienze eccezionali che mi hanno arricchito e regalato splendidi rapporti umani. Nel 2007 ho accettato la proposta di diventare assessore con qualche timore, ma tanta passione e voglia di fare. Sono stati 6 anni ricchi di belle esperienze, di tantissimi progetti che hanno contribuito non poco a cambiare Capannori, raggiungere grandi risultati di cui oggi si parla in tutto il Paese ed oltre.

La mia idea di politica è sempre stata e continua ad essere quella di servizio per il bene della comunità, di continuo dialogo, studio dei problemi del territorio e ricerca di soluzioni ed esempi virtuosi, di confronto e arricchimento reciproco. Oggi purtroppo questo clima è cambiato, l’esperienza amministrativa è profondamente segnata da fratture politiche generate ad arte. Queste fratture rendono impossibile lavorare insieme ed escludono dalle scelte parte importante dell’amministrazione. Non si può far finta di niente, minimizzandole o interpretandole come difficoltà di carattere personale. Perché tali non sono.

Per questo ho presentato le mie dimissioni al sindaco. L’amministrazione non può essere percepita come arroccata in una fortezza chiusa e sorda alle voci critiche e alle richieste di maggiore partecipazione e trasparenza.

Il sindaco non avrà difficoltà, come ha già fatto in passato, a redistribuire le mie deleghe perseguendo la stessa strategia che ha fatto seguito alle dimissioni di Leana Quilici, con l’obiettivo di rafforzare altri membri della Giunta in vista delle prossime elezioni amministrative.

Leana Quilici, a cui va tutta la mia solidarietà, ha svolto un lavoro preziosissimo per il Comune e per tutto il territorio, ha dedicato tempo, passione, costanza a un’idea di istruzione, di cultura, di pari opportunità e di pace che ho profondamente condiviso, che ha strutturato preziose collaborazioni sul territorio e per il territorio. Le sue dimissioni potevano e dovevano essere evitate.

La politica è servizio, deve coinvolgere ed aggregare la cittadinanza in percorsi veri di partecipazione. La politica non può costruire muri, scontri e accuse giorno dopo giorno. Per me non è e non si può trasformare in uno strumento di potere che serve alle proprie ambizioni e a isolare chi non è funzionale a questa logica.

Desidero ringraziare ancora una volta i cittadini di Capannori: è grazie a loro che siamo diventati un modello in tutta Italia in campo ambientale. E ringrazio i dipendenti comunali e i dipendenti e dirigenti di Ascit con cui in questi anni ho lavorato per migliorare il territorio e la macchina amministrativa stessa. Mi batterò sempre affinché non vengano interrotte le cose buone che il sindaco ci ha concesso di fare in questi anni.

Ma ora è il momento delle scelte, è il momento di distinguersi da metodi che non sono parte delle mie idee democratiche. La politica per me non è una questione di stipendio: in questi anni ho vissuto serenamente con i circa 1100 euro mensili da assessore, una paga dignitosa che molte persone purtroppo non possono raggiungere. Non ho mai pensato di campare di politica, accettando tutto: per questo torno al mio lavoro a tempo pieno, così come fanno tutte le persone. Il benessere condiviso, la dignità, il rispetto dovrebbero essere i primi riferimenti della politica. Si amministra per gli altri, non per sé stessi. Questo credo di aver imparato e a questa idea sarò sempre fedele.

Alessio Ciacci