Incontro sui rifiuti a Orbetello

Ottimo l’incontro organizzato il 22 febbraio scorso dal WWF all’ex polveriera Guzman di Orbetello (e ringraziamo Angelo Properzi per l’iniziativa)

Dopo i preziosi interventi dei relatori del Centro Rifiuti Zero di Capannori, con Rossano Ercolini in forma smagliante, è stata le volta di Roberto Barocci di presentare le osservazioni dei Beni Comuni Grosseto al Piano interprovinciale sui rifiuti, appena ratificato dal consiglio provinciale, con le 5 ineludibili criticità messi a fuoco da lavoro di Roberto Barocci, Giuliana Gentili, Ubaldo Giardellie Lamberto Soldatini.

A seguito poi, l’intervento di Ubaldo sulle opportunità economiche e occupazionali che offrirebbe un approccio serio al riciclo e il recupero delle materie prime seconde.

All’incontro partecipava la Paffetti, Sindaco di Orbetello con il suo assessore all’ambiente Barbini e la Bonini, vicesindaco in forza SEL dell’unico comune virtuoso della provincia (Magliano) Peccato che la maggior parte di loro se ne sia andata dopo l’intervento di Ercolini e non sia rimasta ad ascoltare gli interventi di Roberto e Ubaldo, che li riguardava molto più direttamente e che non siano stati in sala per sentire l’intervento fuori programma di Antonio Camillo, vice sindaco ed assessore all’ambiente del Comune di Manciano.

Non per campanilismo, sottolineo questo intervento, ma perché ritengo che getti finalmente luce sul “back stage” della politica grossetana (e non solo) in materia di rifiuti.

Camillo ha fatto un rapido excursus sulla dinamica dell’ingresso del nuovo gestore SEI che sintetizzo qui di seguito:

  • La gara d’appalto per la conquista del ghiotto boccone della gestione rifiuti per le provincie di Siena , Arezzo e Grosseto è stata falsata dalla presentazione di due offerte da parte di candidati fantoccio che molto opportunamente hanno ritirato le loro offerte ad una settimana dall’apertura delle buste, Il gestore SEI ha potuto quindi vincere comodamente una gara di cui era l’unico concorrente
  • Da giugno dello scorso anno, quando si sono visti recapitare una proposta di gestione del servizio vaga e inaccettabile, i responsabili all’ambiente del comune di Manciano tentano invano di interloquire con il gestore, che non ha mai dato alcuna risposta alle loro richieste.
  • Al momento di prendere servizio, nel gennaio 2014, il gestore non aveva presentato nessun prospetto economico particolareggiato, ma, in assemblea ATO,aveva dichiarato che avrebbe mantenuto il servizio ed i prezzi del precedente gestore.
  • Nei primi giorni di febbraio, tuttavia, avendo necessità di incassare il primo mese di servizio il gestore ha presentato i prospetti economici ai singoli comuni. Conti che, al contrario di quanto promesso, contengono aumenti che variano dal 20 al 40%. Nel caso di Manciano, ai 530 mila euro del costo complessivo del 2013 vengono aggiunte voci che erano già compresi nel servizio del precedente gestore, ha aggiunto poi (per tutto l’ATO 6) una voce di deposito cauzionale di 4 milioni di euro ed ed un altra di 3,2 milioni di euro per il servizio di fatturazione a terzi (per la fatturazione ponte verso i gestori di Strillaie e di Scarlino energia)
  • Il tutto è stato sottoposto in maniera perentoria e frettolosa con il consueto ricatto dell’impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti
  • Antonio Camillo ha cercato di sollevare un fronte di opposizione a tale ricatto proponendo di pagare solo l’importo della fattura di gennaio 2013 più l’aumento ISTAT, ma la sua proposta è andata in minoranza nell’assemblea anche per il voto contrario dell’assessore di Orbetello Barbini che ieri, al convegno, vestiva invece i panni del Masaniello.

Risulta evidente che il gestore SEI spadroneggia con la noncuranza e la sciatteria di chi si sente le spalle coperte e che il potere politico toscano gestisce la questione rifiuti con un atteggiamento che definire mafioso è dire poco.

Che, come è successo per il servizio idrico, l’ingresso del privato non ha portato alcun miglioramento ai servizi, dato che, in primo luogo,questi  non ha immesso nel business alcun capitale proprio e, con la trappola del “Total recovery cost”, si fa pagare, oltre agli interessi bancari di soldi presi in prestito (come avrebbe potuto fare anche il gestore pubblico), anche cauzioni e balzelli  non dovuti (assicurazione sugli errori di gestione e servizi di fatturazione per citarne solo due)

Grazie alla tutela del un potere politico regionale non si sente in dovere di ottemperare agli obiettivi programmati dai singoli sindaci ma risponde solo all’ATO Sud, dove, adottando il sistema ampiamente rodato negli ATO del Servizio idrico, impone all’assemblea dei sindaci, senza dare loro il tempo o la possibilità di valutarne la convenienza e l’oculatezza, l’adozione di piani già confezionati dai soci privati, con il solo ausilio di pochi fidati “compagni di merende” di parte pubblica..

Senza una decisa mobilitazione della cittadinanza, questo sistema finirà per strangolare le economie locali e di alienare tutti i servizi ed i beni comuni della collettività.

Andrea Marciani

Rassegna stampa relativa:

Il Tirreno 22.02.2014

Il Tirreno 23.02.2014

Il Tirreno 24.02.2014